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Modello realizzato da Best Model in Die-Cast in scala 1:43 con favolosi dettagli della carrozzeria e dell’abitacolo che riflettono il più possibile l’auto reale.
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Marchio | Ferrari |
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Codice Produttore | BT9301 |
Materiale | Die-Cast |
Produttore | Best Model |
Scala | Scala 1:43 |
Categorie | Da Competizione |
FERRARI 250 LM N.21 7th DAYTONA 1970 YOUNG-CHINETTI JR.1:43 – Best Model
Dopo i successi ottenuti dalla GTO, la Ferrari si propose di trovare nella rivoluzionaria Ferrari 250 LM (Le Mans) una degna erede, che esternamente assomigliava più ad un prototipo che a una granturismo. La prima apparizione in pubblico della nuova vettura avvenne al Salone di Parigi del 1963. Quella versione stradale della 250 P, da cui ereditò sia il passo di 2400 mm, sia il propulsore di 3 litri (montato unicamente sull’esemplare esposto a Parigi), apparve subito come una vera e propria “concept car”. Pininfarina conferì infatti alla Ferrari 250 Le Mans una linea di grande fascino ed equilibrio. Prendendo le mosse dal classico frontale basso ed aerodinamico, la 250 Le Mans si sviluppava in un ampio parabrezza inclinato, molto simile a quello della GTO del 1964, e proseguiva nel rool-bar, che costituiva parte integrante del cofano motore ed ospitava, incassato al proprio interno, uno stretto lunotto in posizione verticale. La Berlinetta terminava con una coda tronca, tipica delle Ferrari Sport di quegli anni.
Alla 250 Le Mans, allestita tra il 1964 ed il 1965 in 33 esemplari (dei quali 31 con il motore nella versione da 3,3 litri), fu tuttavia negata, almeno a livello internazionale, l’omologazione nella categoria GT, inconveniente che la costrinse a confrontarsi direttamente con i prototipi, senza tuttavia sfigurare. La carriera agonistica della Ferrari 250 LM fu infatti costellata di numerosi importanti successi: vinse nel 1964 la 12 ore di Reims e il Swiss Mountain Gran Prix, e nel 1965 la 500 Km di Spa, il Circuito del Mugello e sopratutto la 24 Ore di Le Mans. Sempre nel 1965 Pininfarina allestì una 250 Le Mans denominata “berlinetta speciale” destinata ad uso stradale. Esposta al Salone di Ginevra con i colori della Scuderia NART, si mise in luce per il tettuccio diviso in due parti sollevabili incernierate al centro e per l’ampio lunotto in plexiglas, simile a quelli adottati negli stessi anni dai prototipi Porsche, anche se poi quell’allestimento non ebbe seguito sulle vetture della Casa di Maranello.
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